Regime forfettario: un’opportunità per il tuo business

Pubblicato da Deianira, il Dicembre 13, 2020

Hai deciso di avvicinarti all’universo del lavoro autonomo o dell’imprenditoria? Ad un certo punto dovrai pensare di aprire partita IVA per svolgere la tua attività in maniera professionale e continuativa: sai bene che il passaggio sarà obbligato, ma quando ti approcci a questo fondamentale step le domande sono sempre infinite e riguardano argomenti quali “Come aprire una partita IVA?”, “Cos’è il regime forfettario e perché dicono tutti che conviene?” o ancora “A chi mi devo rivolgere per ottenere la mia PIVA?”

Sì, hai ragione, se non si è appassionati di contabilità ed amministrazione, questi argomenti spaventano sempre un po’. E probabilmente annoiano anche, non è così? 🙂

Se desideri però lavorare in autonomia e lanciarti nella tua vita da freelance o imprenditore (digitale e non) sono temi con cui ti devi confrontare per forza di cose. I modi più intelligenti per abbordare tali tematiche sono due: informarti al meglio, sfruttando anche la rete e – indispensabile – cercare un professionista che sappia supportarti nel percorso.

Il team Guru ha fatto entrambe le cose per equipaggiarsi di regolari partite IVA (in regime forfettario, appunto): siamo grafici, content writer, web designer, fotografi e professionisti sempre in divenire, perciò ci siamo dovuti rapportare spesso con il favoloso mondo della fiscalità.

Ci piacerebbe ora cercare di spiegarti in maniera super semplice e super riassuntiva qualche dettaglio utile sul regime forfettario, con una premessa fondamentale: tra le tante figure che siamo non c’è quella del commercialista e questo personaggio è l’unico e il solo che possa davvero darti informazioni concrete, affidabili ed aggiornate.

Noi ti raccontiamo un pezzo della nostra esperienza e ciò che abbiamo capito interagendo con gli esperti del settore, MA prendere con le pinze ciò che diciamo è imprescindibile 😉

Regime forfettario 2021: cos’è?

Il regime forfettario è considerato oggi il più conveniente tra tutti i regimi fiscali ed è quello per cui optano molti freelancers, imprenditori digitali, artigiani, commercianti e gestori di piccole attività che desiderano dare una piega seria ed ufficiale al loro percorso professionale aprendo partita IVA.

La partiva IVA forfettaria rappresenta un particolare regime fiscale agevolato che si rivolge a tutti quei lavoratori autonomi che non superano i 65.000 euro di ricavato annuo.

Ma facciamo un passo indietro: cosa si intende quando si parla di “regime fiscale”? Si tratta in pratica dell’inquadramento che, quando scegli di dotarti della tanto agognata (ed anche temuta) partita IVA, determina le tasse che pagherai, la tua posizione fiscale nei confronti degli enti che popolano il pianeta della burocrazia ed anche la gestione della tua contabilità.

Oggigiorno i regimi a disposizione di cui sentirai spesso parlare sono il forfettario, l’ordinario ed il semplificato.

La partita IVA in regime forfettario è stata pensata al fine di semplificare la gestione contabile per determinate fasce di professionisti autonomi ed inoltre per alleggerire loro il peso delle tasse: un particolare sempre molto gradito, vero?

Funzionamento del regime forfettario

Regime forfettario o regime ordinario?

L’opportunità di accedere ad un regime piuttosto che a un altro spesso dipende dai tuoi requisiti personali di base e dalla tua situazione specifica, che ti permettono di inserirti, a seconda dei casi, sia nel regime forfettario che in quello ordinario, o solo in uno dei due.

La decisione può (e deve) essere presa però in base alle tue necessità specifiche ed è da valutare con cifre e numeri alla mano: molto spesso si sente dire che la partita IVA forfettaria è quella più conveniente in assoluto – e senza dubbio ha numerosi vantaggi – ma la scelta va ponderata molto bene a seconda della tua professione, del business che vuoi portare avanti e dei pro e contro che ti possono offrire i differenti regimi fiscali.

Per avere una valutazione attenta del tuo caso personale la mossa migliore è certamente quella di rivolgerti ad un commercialista. Ricevere consulenza ed aprire partita IVA senza commettere errori di sorta oggigiorno è snello e semplice: è sufficiente affidarsi ad uno dei molti commercialisti in rete che consentono di aprire partita IVA online in maniera facile ed intuitiva e di gestire poi ogni pratica e adempimento in modo altrettanto virtuale e easy.

Capiamo meglio però: quali sono a grandi linee i requisiti per accedere al regime forfettario?  Chi può aderire al regime forfettario e quali sono i tanto desiderati vantaggi che la partita IVA forfettaria può dare?

Aprire partita IVA in regime forfettario: i requisiti?

Partiamo sempre da un presupposto fondamentale: le leggi fiscali cambiano alla velocità della luce e solamente un commercialista esperto può comprendere nel dettaglio i cavilli normativi ed i loro più recenti aggiornamenti 🙂

Possiamo però cercare di capire a grandi linee quali sono le caratteristiche del regime forfettario 2021 e come funziona il regime forfettario in seguito alle ultime leggi di bilancio e novità introdotte per i lavoratori autonomi che desiderano utilizzarlo.

La partita IVA in regime forfettario 2021 innanzitutto richiede diversi requisiti di accesso e mantenimento: ecco i principali.

  • Quello che si può considerare come il fondamentale requisito di accesso al regime forfettario è il reddito annuo percepito: come già accennato, esso dovrà essere inferiore a 65.000 euro annui per poter usufruire di questo regime fiscale. Si parla dei redditi prodotti dal lavoro autonomo (e non da quello dipendente) e se svolgi due o più attività con PIVA si baserà sulla somma di tutti i tuoi redditi, la quale non dovrà superare la cifra dei 65.000.
  • Inoltre nell’anno precedente la richiesta di PIVA forfettaria, i redditi da lavoro dipendente ed assimilati, compresi quelli derivanti dalla pensione, non devono aver superato (e nemmeno superare poi, per mantenere il forfettario) i 30.000€ lordi.
  • I compensi pagati per personale dipendente e collaboratori non dovranno inoltre essere stati superiori a 20.000€.

Oltre a questi requisiti ci sono poi numerose cause che possono determinare la tua esclusione dal regime forfettario. Per citarne solo alcune:

  • sei residente all’estero: può comunque accedere al forfettario se risiedi in uno Stato membro dell’UE, o aderente all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo, ma produci nel territorio italiano almeno il 75% del reddito complessivo
  • possiedi quote di partecipazione in società di persone o di capitali o controlli direttamente o indirettamente SRL dello stesso settore
  • percepisci prevalentemente compensi dai medesimi soggetti da cui hai percepito redditi da dipendente nei due anni precedenti la richiesta di forfetario, o ad essi comunque riconducibili
  • ti avvali di regimi speciali ai fini IVA o operi in particolari categorie quali vendita di sali e tabacchi, agricoltura e pesca, editoria, agenzia di viaggio, vendita all’asta di oggetti d’arte e molti altri
  • effettua in via esclusiva cessioni di fabbricati, terreni edificabili o mezzi di trasporto nuovi

Capire davvero nel dettaglio ogni punto può essere decisamente complesso.

Ogni requisito inoltre va assolutamente valutato nel caso singolo e in combinazione con tutti gli altri per capire se l’insieme delle tue posizioni di partenza può permetterti o meno di aprire la tua partita IVA in regime forfettario: no, non è mai così semplice quando si parla di fiscalità.

Contributi INPS in regime forfettario

Regime forfettario: vantaggi?

Arriviamo ora al punto più interessante: quali sono i concreti vantaggi che porta aprire una partita IVA in regime forfettario?

Tra i più attraenti vantaggi della partita IVA forfettaria c’è innanzitutto una significativa riduzione delle tasse, ma ci sono anche una contabilità semplificata, l’esonero da studi di settore e dall’uso di fatturazione elettronica e molto altro.

La tassazione nel regime forfettario

Alle partite IVA in regime forfettario viene applicata un’imposta sostitutiva con aliquota al 15% sul reddito imponibile. Se oltre a rientrare poi nel regime forfettario disponi anche dei cosiddetti requisiti start up hai diritto – per i primi cinque anni – ad una riduzione dell’aliquota dal 15% al 5%.

Per niente male, non trovi?

È un ottimo incentivo che è stato introdotto per agevolare chi si trova all’inizio della sua carriera da “autonomo” e permettergli investire nella sua attività tempo, impegno e budget, senza essere schiacciato da una tassazione eccessiva.

In estrema sintesi, i requisiti della partita IVA regime forfettario per startup sono:

  • non aver svolto nei tre anni precedenti la richiesta di partita iva forfettaria <<un’attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare>>
  • non proseguire con l’apertura della nuova PIVA forfettaria start up un’attività già svolta in precedenza, sia che si trattasse lavoro autonomo o di lavoro dipendente o assimilato, con un’eccezione per i casi in cui ci sia stato un periodo di praticantato obbligatorio per l’accesso a determinate arti o professioni
  • se si prosegue, con la partita IVA in regime forfettario start up, un’attività svolta da un altro soggetto, i ricavi realizzati nell’anno precedente non devono superare il limite di reddito stabilito per l’accesso al regime forfettario (ovvero i 65.000 euro)

Ovviamente a questi requisiti si dovranno sommare quelli già visti per l’accesso ed il mantenimento del regime forfettario in generale.

La contabilità nel regime forfettario: tutto più semplice

Aprendo una partita IVA forfettaria godrai di una tenuta di contabilità nettamente semplificata. Ad esempio:

  • non sarai obbligato ad usare la fattura elettronica (potrai farlo se vorrai)
  • non sarai obbligato a registrare fatture e tenere registri contabili
  • non sarai soggetto a studi di settore, spesometri, esterometri e simili imposizioni

A tutto vantaggio della tua pace mentale e del tempo che non dedicherai alla parte burocratica e contabile, concentrandoti sul tuo core business 😉

Regime forfettario e fatturazione

Chi possiede una partita IVA forfettaria inoltre opera in franchigia IVA: non dovrai cioè applicare un’aliquota IVA in fattura (che sia del 4%, del 10% o del 22%) sui prezzi proposti per i tuoi prodotti o servizi, aspetto sempre di interesse quando devi proporre un preventivo ai tuoi clienti.

Non dovrai nemmeno effettuare quindi la dichiarazione IVA annuale, ancora una volta snellendo di molto la gestione della tua contabilità.

Tra i pochi obblighi contabili ai quali ti dovrai attenere ci saranno ad esempio:

  • l’apposizione di una semplice marca da bollo da 2 euro sulle fatture con un importo superiore ai 77,47€ (allegandola all’originale)
  • la numerazione e conservazione corretta delle tue fatture
  • la compilazione del modello Intrastat per le prestazioni rese ad un soggetto residente in uno stato dell’Unione Europea

Niente paura, se ti farai seguire da un commercialista, ti accompagnerà lui passo passo in ogni fase.

Se sceglierai poi di aprire partita IVA online con uno dei commercialisti smart e digitali oggi a disposizione, ti troverai a gestire ogni singolo passaggio da una semplice ed intuitiva dashboard sul tuo PC: niente di più facile.

Detrazioni spese

Di contro però, nel regime forfettario non sono previste deduzioni o detrazioni per le spese: per meglio dire, le spese relative alla tua attività verranno calcolate in maniera, appunto, forfettaria (ecco cosa significa regime forfettario, per l’appunto) e saranno determinate dal coefficiente di redditività associato al codice ATECO della tua attività (si tratta di un codice che identifica l’ATtività ECOnomica che svolgi in particolare).

Per farti un esempio pratico, per il codice ATECO 74.90.99, ossia relativo ad “Altre attività professionali nca”, spesso utilizzato anche per professioni come il content writing, il coefficiente di redditività è del 78%: si presume quindi che tasse e contributi possano essere applicata al 78% del fatturato e che il 22% di esso, a forfait, siano spese.

Se i costi di gestione per la tua professione sono quindi molto bassi o nulli, questo per te non rappresenterà un problema, ma se invece ti trovi a fronteggiare elevate spese, acquisti o investimenti per l’avviamento o la pratica della tua attività, allora il regime forfettario potrebbe diventare non più così conveniente: come già detto, le valutazioni vanno necessariamente effettuate su numeri e cifre concrete.

Partita IVA forfettaria e contributi INPS

Per poter versare correttamente i tuoi contributi INPS dovrai iscriverti alla tua cassa previdenziale, determinata sempre dal codice ATECO della tua attività specifica: potrà trattarsi ad esempio della Gestione INPS Artigiani e Commercianti o della Gestione Separata INPS, per quei liberi professionisti che non appartengono ad una Cassa Previdenziale specifica e svolgono attività come quelle connesse al digitale, al web ed al marketing, per il momento non regolamentate diversamente.

I contributi previdenziali per i liberi professionisti ammontano ad una percentuale pari al 25,72% sul reddito imponibile.

Se invece per la tua attività è necessaria l’iscrizione alla Cassa Artigiani e Commercianti, i contributi diventano fissi annuali e dovrai necessariamente prenderli in seria considerazione quando considererai i costi per l’apertura e la gestione della partita IVA: non si tratta di cifre particolarmente basse e spesso comportano uno scoglio notevole per chi desidera avviare la sua prima attività in proprio.

Contabilità regime forfettario

Se non rientro nel regime forfettario?

Se ricadi invece al di fuori dei requisiti visti in precedenza, dovrai rientrare nel regime fiscale ordinario o semplificato che, seppur permettendoti di detrarre le spese in maniera non forfettaria (cosa che potrebbe per te essere importante, come già visto), comportano significative differenze sia a livello di obblighi contabili ed amministrazione periodica, che a livello di tasse.

Le aliquote Irpef sono stabilite per scaglioni di reddito e sono comprese tra il 23% ed il 43%. Una netta differenza con il le aliquote “leggere” applicabili al regime forfettario.

Quanto costa aprire una partita IVA forfettaria?

In pratica quindi, quanto ti può costare aprire una partita IVA in regime forfettario?

I costi di apertura di una partita IVA forfettaria per un libero professionista sono praticamente pari a zero: la richiesta e l’ottenimento del tuo numero IVA di 11 cifre sono gratuite ed avvengono nel giro di poche ore.

Se invece desideri avviare una ditta individuale ed esercitare un’attività artigianale o commerciale, in fase di apertura partita IVA dovrai compiere altri passaggi, che richiedono invece costi aggiuntivi, non previsti nel caso precedente.

Ad esempio, l’iscrizione al Registro delle Imprese (o all’Albo Artigiani), eventuale apertura posizione INAIL e eventuale presentazione di una SCIA o Segnalazione Certificata di Inizio Attività (necessaria nel caso operi in settori come commercio – anche elettronico – attività turistiche, agricole o produttive, etc). Sarà necessario inviare agli enti coinvolti quella che viene definita comunicazione unica (ComUnica) e per farlo ti occorreranno sia una PEC che una firma digitale.

Si tratta di passaggi che dovrebbero richiederti l’esborso di un paio di centinaia di euro totali.

Potrebbero poi occorrerti anche licenze o altri particolari documenti, ma tutto dipende dall’attività che vorrai aprire. Ribadiamo ancora una volta che esistono eccezioni, ulteriori regole, sottoregole e approfondimenti che non riportiamo qui ma che vanno assolutamente studiati a tavolino con un esperto di contabilità.

Come aprire partita IVA forfettaria senza commettere errori?

Contabilità, fiscalità e burocrazia sono sempre – per così dire – dinamiche e tortuose ed il fai da te assoluto non è particolarmente consigliato quando ci si vuole addentrare in questo universo definibile come “avventuroso”.

Spesso però le parcelle dei commercialisti sono una delle voci di costo che scoraggia dall’intraprendere ogni strada da lavoratore autonomo tanto desiderata.

Come fare quindi?

La soluzione più smart, oggi, è quella di rivolgersi ad un commercialista online, ovvero un professionista esperto, che possa offrirti i migliori e più aggiornati consigli su come procedere, in modo da non sbagliare proprio il passo più importante della tua vita imprenditoriale: il primo.

Sono molti i commercialisti che oggi prestano servizi digitalizzati nonché piacevolmente low cost: la virtualità e l’economicità di questi servizi però non si traduce in scarsa professionalità, tutt’altro. Si tratta semplicemente di seri e preparati studi commercialisti che hanno – finalmente diremmo noi – deciso di rendere anche i loro servizi un po’ più snelli e tech.

Se ti interessa capire di più su come aprire partita IVA forfettaria online ed avere un consulente fiscale a disposizione via web senza stress e senza muoverti da casa, ti lasciamo al nostro articolo dedicato, nel quale puoi trovare anche un elenco dei principali commercialisti online oggi a disposizione.

Ed anche qualche interessante indicazione su come e perché noi abbiamo scelto proprio questa alternativa 🙂

E tu, hai già aperto la tua partita IVA forfettaria?
Stai pensando di buttarti ed hai ancora qualche dubbio? 

Raccontaci tutto nei commenti!

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